Chiedere ad istituzioni ed enti interessati di sospendere qualsiasi decisione in merito al futuro dell’Ospedale di Mirandola prima che sia concluso il processo partecipativo nei Comuni. E’ quanto chiede il gruppo consiliare Rinascita Cavezzese, che così spiega le motivazioni della richiesta: “Se quello intrapreso per il futuro dell’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola è un percorso partecipato serio, ovvero rispondente a quanto previsto dalla Legge Regionale sulla partecipazione, allora i sindaci di Mirandola e di Cavezzo devono immediatamente chiedere ed ottenere da Ausl, Conferenza Territoriale Socio Sanitaria e Regione Emilia Romagna la sospensione di qualsiasi decisione, sia formale che operativa, relativa all’ospedale di Mirandola per tutto il tempo di svolgimento del percorso partecipato. E questo non solo per ottenere un eventuale contributo regionale per i costi di questa iniziativa, ma anche e soprattutto per il rispetto del parere dei cittadini sull’attuale funzionalità del sistema ospedaliero locale, che è elemento fondamentale della pratica della partecipazione”.
A Cavezzo è Katia Motta, consigliere d’opposizione – appunto di Rinascita Cavezzese – e presidente della Commissione consiliare socio assistenziale del Comune, l’incaricata di studiare il processo partecipativo, ed è proprio il gruppo consiliare a chiedere che il processo partecipativo non venga neutralizzato da decisioni prese dall’alto prima che quest’ultimo si compia: “Il progetto sarà al vaglio della Commissione di Cavezzo nel giro delle prossime due settimane – aggiunge il gruppo – tuttavia è tassativo richiedere già da ora agli Enti che decidono la sospensione di qualsiasi decisione relativa all’ospedale di Mirandola, in modo che venga garantito ai partecipanti che le proposte siano veramente vagliate con cura e non liquidate in fretta perché magari arrivate fuori tempo massimo”.
E ancora: “In particolare è fondamentale che Ausl e Regione sospendano non solo le decisioni formali, ma anche le conseguenze di eventuali decisioni assunte di recente, che potrebbero velocizzare la trasformazione dell’ospedale di Mirandola secondo i nuovi parametri nazionali per i servizi ospedalieri approvati nel 2014”.